“L’Italia non è un paese per stranieri”

In queste ultime settimane la notizia che rimbalza su tutte le testate giornalistiche e su tutti i telegiornali, è la volontà del Governo Meloni di voler cambiare le regole previste per il trattenimento ed il rimpatrio dei migranti che arrivano in Italia. 

A seguito della visita della Premier a Lampedusa, accompagnata dalla Presidente della Commissione Europea Von Der Layen, Meloni ha annunciato un cambiamento delle regole per il trattenimento ed il rimpatrio dei migranti che sono confluite nel D. L. cd. “Sud”. le nuove regole prevedono la Realizzazione di nuovi Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) e la modifica del termine di trattenimento di chi entra illegalmente in Italia che ora sarà di 6 mesi, prorogabili per ulteriori 12, per un totale di 18 mesi. 

E’ prevista la costruzione di nuovi CPR, e nel d.l. vengono indicati i criteri con cui gli enti locali dovranno scegliere le zone in cui localizzare le strutture. Dovranno essere, difatti, situati in località a bassissima densità abitativa e facilmente sorvegliabili. “Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane”, assicura la premier. Entro due mesi il ministero della Difesa dovrà essere in possesso della lista di luoghi dove installare i nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio destinati ad accogliere stranieri irregolari, in particolare con precedenti penali o procedimenti giudiziari in corso, insieme con persone considerate pericolose. Nei Cpr saranno accompagnati anche stranieri senza permesso di soggiorno e richiedenti asilo da Paesi considerati non sicuri in attesa che venga definita la loro posizione e venga valutata la domanda di asilo in Italia. Ci vorranno, secondo le norme, quattro settimane. In caso di risposta negativa  scatteranno le procedure per il rimpatrio.

Verranno previste anche delle modifiche alle regole di accoglienza per donne e minori. Spiega Meloni che verranno inserite delle norme per prevedere dei canali differenziati. Si auspica, inoltre, una collaborazione sempre più solida e stretta con le rappresentanze politiche dei paesi di maggiore provenienza dei migranti. 

Ha fatto molto discutere la proposta che prevede la possibilità, per i migranti,  di “evitare” il trattenimento versando allo Stato Italiano una somma di circa 5.000,00 €. Tale possibilità, però, viene concessa solamente ai migranti provenienti dai paesi cd. “sicuri” (Albania, Algeria, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Senegal e  Serbia). Secondo fonti del ministero dell’Interno, la norma sulla garanzia economica chiesta ai migranti appena sbarcati è stata introdotta con un emendamento del governo, approvato in Parlamento in sede di conversione del decreto Cutro: i 5mila euro sono chiesti in alternativa al trattenimento nei Cpr e il provvedimento recepisce la Direttiva europea 33/13, meglio nota come  «Accoglienza» (art. 8, paragrafo 4). Se non fosse stato inserito nel decreto del 14 settembre scorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre, tutta la procedura di trattenimento di quattro settimane necessarie per definire la pratica di richiesta di asilo del migrante sarebbe stata esposta al rischio di ricorsi proprio perché in contrasto con la norma europea.

Al netto di ogni valutazione politica delle nuove regole fin qui introdotte dal Governo Meloni, quello che ci si augura è che prima o poi il fenomeno migratorio non venga più visto come un’emergenza, che può essere contrastato con decreti legge e provvedimenti dell’ultimo minuto, bensì come un fenomeno strutturale e che come tale richiede soluzioni strutturali e modifiche non solo dell’attuale sistema di accoglienza in Italia, ma del tutto sistema Europa.

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